Oggi più che mai viviamo in un mondo che celebra ed esalta il concetto di “automiglioramento”, ovvero quella serie di abitudini e di strategie che permettono di intraprendere un percorso di crescita personale, di migliorare se stessi ogni giorno, un passo dopo l’altro.

Che sia volto a migliorare la propria salute, la propria cultura, la propria posizione lavorativa o le relazioni sociali, tutti noi siamo disposti e spronati a intraprendere un simile percorso, nella speranza di diventare delle persone migliori, più realizzate e di successo.

Cosa c’è di male in tutto questo? Assolutamente nulla. Migliorarsi significa crescere, e se non si cresce, non si progredisce nella vita.

Il problema nasce quando, dal desiderio di migliorare alcuni aspetti della propria vita, si passa all’ossessione per ciò che può portare a una crescita personale.

Il self improvement diventa, in tal caso, una sorta di chiodo fisso che a lungo andare può generare stress, ansia e insoddisfazione. C’è addirittura chi parla di “self improvement addiction“, ovvero di “dipendenza dall’automiglioramento“.

Migliorare se stessi ogni giorno, senza darsi un attimo di tregua, può diventare un duro lavoro. Non più un percorso o una strada da percorrere per il proprio benessere personale, ma solo un mezzo per raggiungere uno scopo o un obiettivo.

Il problema è che non sempre questo obiettivo è raggiungibile. Possiamo correre per 5 chilometri al giorno, e spingerci a percorrere un chilometro in più, ma dopo quel singolo chilometro extra, ci sarà sempre un nuovo traguardo da raggiungere. In fin dei conti, questa è la vita.

Quando l’automiglioramento ti fa sentire in colpa

Il concetto di “automiglioramento” cela dietro sé l’idea secondo cui, con il tuo impegno e con la giusta costanza, potrai raggiungere qualsiasi obiettivo. Il che, per certi aspetti, è vero. Se portato all’estremo, però, questo concetto può farci sentire costantemente sotto pressione, sopraffatti e persino inadeguati.

Facendo un esempio pratico, il tuo obiettivo potrebbe essere quello di diventare una persona sportiva e più attiva. Ogni giorno, quindi, ti sforzi per svolgere la quantità di attività fisica che ti sei prefissata, costi quel che costi. Poi arriva quel fatidico giorno in cui ti senti oziosa e in cui vorresti solo guardare la tua serie preferita su Netflix, ma ti senti in colpa all’idea di saltare la tua sessione di allenamento. E quindi ti sforzi per uscire a correre invece di goderti un po’ di sano riposo.

Certo, alla fine del tuo allenamento potresti sentirti gratificata e soddisfatta, quindi l’esserti sforzata potrebbe aver rappresentato la scelta migliore per te. Tuttavia non bisogna ignorare sistematicamente quella parte di noi che ci chiede un attimo di tregua e di dolce far niente.

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Migliorare se stessi ogni giorno? Si, ma anche l’ozio fa bene

E’ accettabile e giusto oziare, va bene guardare le tue serie preferite o giocare con la playstation, va bene saltare l’allenamento di tanto in tanto, e va bene anche leggere una graphic novel e lasciare da parte quell’istruttivo libro sull’auto-aiuto o sui 10 modi per diventare ricchi entro l’anno. Di tanto in tanto, va bene fare qualcosa non per migliorarsi, ma per svagarsi.

Ci sarà sempre qualcuno che ti dirà che dovresti impegnarti di più. Osserviamo ciò che fanno le persone intorno a noi, e diamo per scontato che, per avere successo nella vita, anche noi dovremmo agire come loro.

Ciò che tendiamo a dimenticare però è che la vera chiave dell’automiglioramento non sta nell’adattarsi alle aspirazioni altrui, bensì nell’esaminare se stessi e scegliere quale aspetto della propria vita vorremmo far progredire, e intraprendere – con i propri tempi – un percorso di crescita personale che sia in linea con chi siamo e con ciò che davvero vogliamo diventare.

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ultimo aggiornamento: 28-11-2021