[blogo-gallery id=”128738″ layout=”photostory” title=”Salvador Dalì incontra Dante” slug=”salvador-dali-incontra-dante” id=”128738″ total_images=”6″ photo=”0,1,2,3,4,5″]

La decadenza della pittura moderna deriva dallo scetticismo e dalla mancanza di fede, conseguenze del materialismo meccanicistico. Grazie alla rinascita del misticismo spagnolo, io, Dalì, mostrando la spiritualità di tutte le sostanze, dimostrerò con la mia opera l’unità dell’universo. (Manifesto mistico, S. D.)

Queste le parole di Dalì nel Manifesto Mistico del ’51 ed è da qui che si deve partire per avvicinarci ad uno dei più importanti cicli illustrativi del ‘900 al centro della mostra #DalíMeetsDante. Dalì incontra Dante è inaugurata il 2 luglio al Palazzo Medici Riccardi di Firenze, presso la Galleria delle Carrozze e sarà aperta fino al 27 settembre. L’occasione si presenta per celebrare il 750° anniversario dalla nascita di Dante Alighieri e si è scelto di farlo attraverso l’arte del genio folle del’900. L’artista andaluso infatti ha dedicato 9 anni della sua carriera alla realizzazione dei 100 acquarelli sul capolavoro dantesco: dal ’50 al 1960, quando presentò l’opera completa al Palais Gallièra di Parigi. Successivamente, con la sua supervisione, fu riportata in xilografie per la stampa, grazie al lavoro di esperti incisori.

I trittici che hanno come soggetti i protagonisti dei tre Canti non sono una letterale descrizione, ma un’ interpretazione psicoanalitica. Inferno, Purgatorio Paradiso realizzati con tecnica mista ed interventi a penna sono riproposti da Dalì come un viaggio nell’inconscio dell’uomo contemporaneo, perso in ambientazioni indefinite, terribili e altre volte celestiali. I colori sono delicati e liquidi, tanto che confondono le linee. La figurazione risulta caricaturale ed espressiva, soprattutto quelle dell’Inferno e del Purgatorio, delicata quella del Paradiso.

In quegli anni Salvador Dalì si avvicinò ai classici della letteratura e legato ai modelli dell’arte, soprattutto Rinascimentale illustra opere non solo Dante, ma anche Boccaccio, Cervantes e la Bibbia, per ridare senso all’epoca contemporanea. E’ il suo periodo mistico, caratterizzato da un’ossessionata ricerca metafisica e religiosa. E’ possibile rintracciare tra i personaggi di questa surreale epopea i volti di persone conosciute allo stesso Dalì e il suo autoritratto nel volto di Dante Alighieri. Una commedia meno divina di quella Dantesca, ma che riesce ad elevare l’umanità.

In mostra anche le sculture in bronzo di San Giorgio e il Drago, Adamo ed Eva e il busto di Dante Alighieri, fondamentale per la lettura completa della Divina Commedia firmata Dalì.

Foto| Getty Images, tutti i diritti riservati e Dalìmeetsdante

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ultimo aggiornamento: 17-07-2015