La lista, proposta con una sequenza anagrafica (dalla più recente alla più anziana), non ha la pretesa di elevarsi al rango di una teoria scientifica, quindi è probabile che altri abbiano gusti differenti.
A guidare le valutazioni è stato il mix fra eleganza e aggressività che, a mio avviso, si è compiuto meglio in certi esemplari, ma il giudizio ha natura strettamente soggettiva.
Dell’elenco fanno parte l’Aventador LP700-4 Roadster, la Murciélago LP640, la Diablo, la Countach e la Miura. Scopritele insieme a noi, in questo breve viaggio esplorativo nella storia della casa di Sant’Agata Bolognese.
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Foto | Lamborghini.com
Lamborghini Aventador LP700-4 Roadster
La Lamborghini Aventandor LP700-4 Roadster unisce l’energia della coupé al fascino di un’auto sportiva a cielo aperto. Il suo look sembra più armonico e seducente della versione coperta, rispetto alla quale guadagna in appeal ed esclusività.
Lamborghini Murciélago LP640
La Lamborghini Murciélago LP640 esprime in forma coerente la forza e la muscolosità del “toro” di Sant’Agata Bolognese, con linee pulite e scorrevoli che affidano alle alchimie dei volumi la missione dello spettacolo estetico, offerto in quantità industriale.
Lamborghini Diablo
La Lamborghini Diablo è morbida e tagliente, con lineamenti sinuosi in un corpo auto di grande presenza scenica, che non rinuncia a una grafica chiara, priva di inutili orpelli. Il risultato sono dei volumi bassi e larghi, nel segno del “toro”.
Lamborghini Countach
La Lamborghini Countach non è elegantissima, ma il suo impatto estetico è dirompente. Nelle sue forme c’è l’avanguardia e la sperimentazione, in una tela chiaramente votata all’aggressività. Il lessico si esprime in modo coerente, senza forzature, per un prodotto ricco di fascino e di alto impatto scenico.
Lamborghini Miura
La Lamborghini Miura, bassa, filante e sinuosa, è la pietra miliare del successo della casa di Sant’Agata Bolognese. Questa creatura esprime stile e vigore, in un corpo atletico e raffinato, che continua a far sognare, nonostante siano passati molti anni da quando Marcello Gandini concepì le sue forme.