“Amica delle stelle”, così si era autodefinita Margherita Hack, una delle scienziate più stimate in Italia e all’estero, astrofisica di fama mondiale e splendida divulgatrice di scienze. Poetica nel parlare del firmamento che è stato fin da subito il suo “terreno” di studi, la Hack era però anche un’atea schietta, che a chi le domandava se il tanto osservare il cielo non la stimolasse a riflettere sull’esistenza di Dio e dell’aldilà, rispendeva che no, che lei non era interessata a ciò che rimanesse “fuori” dall’universo visibile e “misurabile”.
Il metodo scientifico, ciò che si può studiare, analizzare, calcolare, solo questo la affascinava, un atteggiamento pragmatico che non ha mai reso Margherita una donna arida, anzi, possiamo dire che proprio l’amore per la bellezza della terra e di cielo, della natura e dei suoi abitanti, sia stato il faro che ha illuminato la sua vita (oltre ai suoi amati astri, naturalmente).
Margherita era nata a Firenze il 12 giugno del 1922 (sotto il segno dei gemelli), e della sua amata Toscana non aveva mai perso l’accento, nonostante si fosse trasferita in quella poi sarebbe diventata la sua città d’adozione, Trieste, presso la cui Università ha insegnato per tanti anni. I genitori di Margherita erano persone di buona cultura, contabile lui e miniaturista presso i Musei degli Uffizi lei, ma soprattutto due persone anticonformiste e liberali, che in quegli anni dominati dal regime fascista abbandonarono le rispettive religioni (protestante e cattolica), per aderire al movimento teosofico.
Da loro la piccola Margherita apprese l’importanza di seguire le proprie idee e l’amore per gli studi e per il pensiero libero, l’odio per tutte le dittature e le dottrine imposte, il rispetto per la natura e gli animali. In questi anni divenne anche vegetariana, rimanendolo per tutta la vita. Dinamica, curiosa e vitale, Margherita era anche portata per gli sport, tanto da praticare, negli anni del liceo (classico), la pallacanestro e l’atletica leggera con buoni risultati.
Iscrittasi alla Facoltà di Fisica dell’Ateneo fiorentino, nel 1942 incontrò, quale collega di studi, un vecchio compagno di giochi dell’infanzia, Aldo, che sposò l’anno dopo (l’unica volta in cui partecipò ad un rito cattolico in chiesa, disse poi), e che rimase il suo grande amore, compagno di una vita, fino alla morte della scienziata, sopraggiunta all’età di 91 anni (nel 2013).
Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, Margherita si laureò e iniziò subito a collaborare con l’Osservatorio astronomico di Arcetri, ma il suo primo, vero lavoro fu presso la Ducati, che a Milano si occupava di ottica. La collaborazione, però, durò solo un anno perché successivamente la Hack (con famiglia) fece ritorno a Firenze per tornare ad occuparsi di astrofisica.
Nei primi anni cinquanta insegnò all’Università fiorentina e nel 1954, ottenuta la cattedra di libera docenza, iniziò il suo percorso di magnifica divulgatrice scientifica, sostenuta in questa “nuova” attività dal marito, e diventando la prima donna scienziata a scrivere sui giornali di un argomento tanto affascinante (e ostico) quale la fisica, e in particolare l’astrofisica.
In quei fertili anni, come docente collaborò anche con diverse Università straniere, soprattutto americane (Berkley, Princeton, Città del Messico), e con gli Istituti e gli Osservatori astronomici di Utrecht e Groningen (rispettivamente in Germania e Olanda). Nel 1964 un altro passaggio importantissimo nella carriera e nella vita di Margherita: il trasferimento a Trieste per ricoprire il ruolo di decente ordinario dopo aver ottenuto la cattedra di Astronomia dell’Università cittadina presso l’Istituto di Fisica teorica.
Nello stesso periodo, prima donna in Italia, diventò direttrice dell’Osservatorio astronomico, che seguirà, imponendo una nuova rotta che farà diventare l’Istituto uno dei più importanti e all’avanguardia del mondo, fino al 1987. Autrice di trattati di astronomia e articoli scientifici pubblicati sulle principali riviste, membro di Istituzioni prestigiose come l’Accademia del Lincei e la Royal Astronomical Society, Margherita Hack è stata un esempio luminoso di dedizione alla scienza e all’insegnamento della stessa, un esempio fulgido (proprio come gli astri che ha studiato per una vita) di coraggio, anticonformismo e serietà, conditi con tanta, robusta e vitale ironia “toscana”.
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Foto| via Pinterest
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