Una Lamborghini Aventador viaggia speditamente in un viale cittadino, riempendo le atmosfere con le note del suo sound. A un certo punto, un uomo si mette in mezzo alla strada, minacciando di lanciare una pietra contro l’auto sportiva della casa di Sant’Agata Bolognese. Il tizio si avvicina alla vettura, manifestando il suo disappunto al conducente, cui dice con aria di sdegno: “Continua a correre, continua a correre”.

Probabilmente non era il primo passaggio a velocità fatto dalla supercar italiana in quel contesto ambientale. Forse, in uno dei precedenti transiti, il tizio aveva rischiato di finirci sotto. Altrimenti non si riesce a spiegare l’intensità della sua rabbia e la premeditazione del gesto che compie subito dopo: il tiro al bersaglio. Una simile condotta non trova comunque giustificazione.

Fermo restando che l’uomo con l’Aventador ha torto marcio nello scambiare la strada per una pista, questo non può fare da alibi ad alcuna forma di violenza. Bastava chiamare la polizia e segnalare la cosa. Il lancio della pietra contro la Lamborghini mette nel torto l’autore del gesto. Una domanda si pone: l’uomo si sarebbe comportato allo stesso modo se i passaggi veloci fossero stati fatti con un’utilitaria?

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ultimo aggiornamento: 07-04-2016