Paris Fashion Week Settembre 2013: le architetture morbide di Ter et Bantine, la PE 2014

Per il suo debutto alla Parigi Fashion Week, Ter et Bantine sceglie di esprimere la sua semplicità in modo intenso, con architetture morbide costruite attorno al corpo, volumi esagerati e linee asciutte. Tutte le foto della sfilata sono su Style & Fashion 2.0

La sottrazione è un esercizio mentale e un approccio al design per Manuela Arcari, eliminare tutto ciò che non è necessario, e poi spogliare le cose un po’ di più, e di più, è, per lei, un modo per raggiungere una essenza più umana e viva: un modo per mettere l’individuo in primo piano, mostrando scorci e sovversive rotture mentre si construisce un’idea di perfetta imperfezione.

La lingua di Ter et Bantine è la semplicità brutalista con un senso asciutto di grazia. Per il suo debutto parigino, Arcari sceglie di esprimerla con concentrata intensità. Linee così pure da sembrare quasi astratte lasciano che la bellezza sensuale del tessuto parli da sé. Anche il colore, sia organico che artificialmente brillante, è una scelta strutturale, piuttosto che decorativa. Orli vivi fanno sì che il vestito respiri e viva.

Architetture morbide sono costruite attorno al corpo, toccandolo appena. Volumi esagerati e linee asciutte si mescolano in permutazioni continue. Gli abiti sembrano essere stati piegati nel foglio di tessuto, senza tagli aggiuntivi. Rettangoli si modellano, diventando top. Gli abiti hanno una linearità inesorabile; gonne e pantaloni oversize sono conici. Gesti femminili come avvolgere una cintura intorno alla vita, ricavando sensualità dalla geometria, creano equilibri inattesi.

I materiali sono fermi, ma privi di peso: cotoni strutturati, tele di cotone/seta, denim, pelle verniciata. La palette dei colori è pulita: bianco, sabbia, blu navy. Sciabordate di blu e verde fluorescenti danno vitalità.