La Procura di Milano apre un’indagine su Chiara Ferragni per truffa aggravata: in cosa consiste questo reato e cosa si rischia.
Le festività natalizie sono ormai passate, ma il ‘caso pandoro’ che ha coinvolto Chiara Ferragni continua a far discutere. La regina degli influencer italiani è finita in questi giorni sotto indagine della Procura di Milano per il pandoro Pink Christmas prodotto dall’azienda Balocco. Con lei anche l’amministratrice delegata dell’azienda piemontese, Alessandra Balocco. Il reato configurato è quello di truffa aggravata.
A caldo la stessa fashion blogger ha commentato la notizia con grande tranquillità, affidandosi ai suoi legali e alla magistratura: “Sono serena, ho sempre agito in buona fede“. Ma cosa s’intende a livello legale con truffa aggravata e quali rischi corre davvero la nota imprenditrice digitale? Proviamo a fare chiarezza.
Cos’è la truffa aggravata?
La parola truffa è spesso usata in maniera piuttosto confusionaria dai media e dall’opinione pubblica più in generale. Se è vero che tutti i raggiri e gli artifizi che abbiano come obiettivo quello di confondere un determinato soggetto sono effettivamente delle truffe, è altrettanto vero che non tutti questi artifizi abbiano la stessa rilevanza giuridica, e per questo motivo reati che sembrano simili possono comportare pene e sanzioni ampiamente differenti.
Il reato di truffa esiste nel codice penale ed è disciplinato dall’articolo 640, in cui si legge: “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi e a tre anni e con la multa da cinquantuno euro a milletrentadue euro“.
Come abbiamo già accennato, non tutti gli artifizi e i raggiri sono però uguali. Si può parlare ad esempio di truffa aggravata quando il comportamento criminale viene realizzato nei confronti dello Stato o di persone deboli. Lo specifica in particolare il secondo comma del medesimo articolo già citato in precedenza.
Perché si possa parlare di truffa aggravata è necessario che si realizzi una delle seguenti ipotesi:
– il danno deve essere commesso nei confronti dello Stato o di un ente pubblico;
– il truffatore deve aver generato pericoli immaginari nella vittima;
– per poter trarre profitto dalla situazione, il truffatore ha sfruttato le debolezze del truffato.
Per fare qualche esempio, la prima ipotesi coincide con l’ottenimento di un beneficio di cui non si aveva diritto, la seconda di un inganno atto a incutere un timore inesistente (come nel caso di molte truffe online o porta a porta), nella terza quando il criminale sceglie di raggirare una persona incapace di difendersi, come un anziano o un soggetto debole.
Qual è la pena per la truffa aggravata: cosa si rischia davvero
Come per il semplice reato di truffa, anche in caso di truffa aggravata la pena può cambiare a seconda delle circostanze. Essendo ritenuto comunque un crimine più pericoloso per la comunità, le possibili sanzioni variano sia nella durata della reclusione che nella possibile ammenda. Si va da un periodo di reclusione da uno a cinque anni a una multa che può andare dai 309 ai 1549 euro.
Nel caso di Chiara Ferragni e del pandoro Balocco, dunque, molto dipenderà da ciò che verrà alla luce dalle indagini della Procura di Milano sullo scambio di email incriminato, ma il rischio che la situazione possa portare a un processo penale, qualora venisse scovato un sistema truffaldino collaudato, architettato dalla nota influencer e dai suoi collaboratori, potrebbe diventare estremamente alto, con tutte le conseguenze del caso.
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