Una Ferrari 250 GTO è stata battuta all’asta da Bonhams, segnando un nuovo record di vendita con oltre 38 milioni di dollari. Mai una vettura aveva raggiunto simili cifre all’incanto.

Teatro della sessione che ha portato al cambio di proprietà è stata la città di Monterey, in California. L’esemplare passato di mano è il diciannovesimo della serie. In origine era in tinta grigio metallizzato, con strisce longitudinali. Per moltissimi anni ha fatto parte del museo Maranello Rosso di Fabrizio Violati, che aveva raccolto a San Marino una collezione descritta dal presidente Giorgio Napolitano come una vetrina del made in Italy all’estero.

Tanti appassionati hanno potuto ammirare la preziosa 12 cilindri del “cavallino rampante” negli accoglienti locali dello stato del Titano, dove abitualmente si offriva al godimento del pubblico. Ora questa incantevole creatura, con numero di telaio 3851 GT, farà la gioia del nuovo acquirente.

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La 250 GTO venduta a Monterey è l’auto più cara venduta all’asta, ma lo scorso anno un modello della stessa famiglia è passato di mano in trattativa privata per la stratosferica cifra di 52 milioni di dollari, pari a 38.4 milioni di euro, segnando il nuovo record assoluto. Fino al giorno prima apparteneva al collezionista statunitense Paul Pappalardo, che lo aveva custodito gelosamente per 39 lunghissimi anni.

Ho avuto il privilegio di salire e camminare su questa vettura. Ricordo un simpatico episodio: quando giunse il momento di scendere, il cavetto di apertura della porta era leggermente duro. Per paura di fare danni, visto il valore dell’auto, chiesi aiuto a mister Paul, che con grande simpatia mi venne ad aprire la porta da fuori.

La 250 GTO è un sogno irraggiungibile, ma entusiasma tutti, non solo gli appassionati d’auto. Questa creatura del “cavallino rampante” ha una storia nobile, fatta di passione, bellezza e successi nelle corse.

Si tratta di un’opera davvero straordinaria. Basta guardarla per innamorarsene. La linea slanciata del cofano, il muso basso e lungo, la coda fast-back con ampio spoiler e l’armonia degli elementi consegnano agli occhi un’immagine dinamica ed aggressiva, ma anche sensuale ed elegante.

Tre feritoie semi-ovali caratterizzano il frontale, che sfoggia un incomparabile carisma. E’ un vero gioiello, che si erge ad icona del mito del “cavallino rampante”. La spinta è assicurata da un classico 12 cilindri di 3 litri, disposto longitudinalmente, derivato dal propulsore della Testa Rossa. Grazie alla potenza vicina ai 300 cavalli, sfiora i 290 km/h di velocità di punta.

L’alimentazione è affidata a una batteria di 6 carburatori doppio corpo, posti al centro della V che separa le due bancate. Il cambio a 5 rapporti sincronizzati si trova dentro l’abitacolo, per una più efficace distribuzione dei pesi. La posizione arretrata del motore migliora l’handling. I freni sono a disco, per contrastare la sua foga.

Lo sviluppo dell’auto, progettata da Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini, venne affidato al giovane Mauro Forghieri, che si dimostrò all’altezza della situazione. Nel palmares della Gto ci sono tre allori iridati raccolti tra il 1962 e il 1964. Incredibile la lista dei suoi successi.

Questa vettura è la sintesi del mito di Maranello. Nessun altro modello è riuscito ad entrare nel cuore degli appassionati come lei. I successi a ripetizione, l’armonia dei volumi, la potenza del motore, la resistenza alla fatica e le musicalità meccaniche espresse ad ogni azione sul gas hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Impossibile resistere al richiamo delle sue seduzioni.

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Foto | Hemmings.com
IMAGES COURTESY OF BONHAMS

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ultimo aggiornamento: 17-08-2014