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Ferrari 250 GTO, un esemplare restaurato dal reparto Classiche di Maranello
La Ferrari 250 GTO è l’auto che tutti sognano di possedere. E’ una magnifica regina della casa di Maranello. Il suo valore va oltre i primati economici.
Un esemplare della Ferrari 250 GTO, dopo un lavoro di oltre due anni effettuato dal dipartimento Classic, è pronta per tornare in America dal suo proprietario. La vettura è stata riportata alla configurazione di motore e carrozzeria originaria del 1962, quando venne consegnata a Luciano Conti, editore di Bologna. La sua prima gara, proprio con Conti al volante, fu la Bologna-Passo della Raticosa.
Il mito della 250 GTO è mondiale. Basta guardarla per innamorarsene. La linea slanciata del cofano, il muso basso e lungo, la coda fast-back con ampio spoiler e l’armonia degli elementi consegnano agli occhi un’immagine dinamica ed aggressiva, ma anche sensuale ed elegante.
Tre feritoie semi-ovali caratterizzano il frontale, che sfoggia un incomparabile carisma. E’ un vero gioiello, che si erge ad icona del mito del “cavallino rampante”. La spinta è assicurata da un classico 12 cilindri di 3 litri, disposto longitudinalmente, derivato dal propulsore della Testa Rossa. Grazie alla potenza vicina ai 300 cavalli, sfiora i 290 km/h di velocità di punta.
L’alimentazione è affidata a una batteria di 6 carburatori doppio corpo, posti al centro della V che separa le due bancate. Il cambio a 5 rapporti sincronizzati si trova dentro l’abitacolo, per una più efficace distribuzione dei pesi. La posizione arretrata del motore migliora l’handling. I freni sono a disco, per contrastare la sua foga.
Lo sviluppo dell’auto, progettata da Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini, venne affidato al giovane Mauro Forghieri, che si dimostrò all’altezza della situazione. Nel palmares della Gto ci sono tre allori iridati raccolti tra il 1962 e il 1964. Incredibile la lista dei suoi successi.
Questa vettura è la sintesi del mito di Maranello. Nessun altro modello è riuscito ad entrare nel cuore degli appassionati come lei. I successi a ripetizione, l’armonia dei volumi, la potenza del motore, la resistenza alla fatica e le musicalità meccaniche espresse ad ogni azione sul gas hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Impossibile resistere al richiamo delle sue seduzioni.
Tornando all’esemplare restaurato a Maranello, questo nel mese di giugno del 1962 la 3445 venne ceduto ad un grande appassionato di corse come il conte Giovanni Volpi di Misurata che lo fece correre sotto le insegne della S.S.S. Repubblica di Venezia. In questo periodo la vettura vinse il Trophée d’Auvergne grazie a Carlo Maria Abate. Nell’aprile del 1963 l’auto venne acquistata dallo svedese Ulf Norinder che, nel rispetto delle regolamentazioni vigenti, cambiò il rosso originale con i colori attuali, l’azzurro e giallo della Svezia.
Questa 250 GTO vinse, guidata da Norinder, la Vastkustloppet, in Svezia, e fu seconda per due volte alla Targa Florio (nel 1963 con Bordeu e Scarlatti e nel 1964 con Norinder e Pico Troiberg), l’ultima delle quali gareggiando con il numero 112 che ancora la contraddistingue.
Passata di mano più volte, la vettura era stata affidata al dipartimento Classiche nel 2012 perché tornasse alle caratteristiche originarie. La rettifica ora è stata completata e questa 250 GTO, tornata agli antichi splendori nei colori della Svezia, è di nuovo nelle mani del proprietario.
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