Sono molte le auto sportive tedesche da collezione, che possono impreziosire il garage di ogni cultore del genere. Noi abbiamo scelto 3 modelli fra i più interessanti, che rappresentano tre momenti storici diversi. I marchi sono molto famosi e non hanno bisogno di presentazioni. Seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta.

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Mercedes 300 SL

Presentata nel febbraio del 1954 all’International Motor Sports Show di New York, questa vettura sfoggia una linea e delle credenziali costruttive che l’hanno elevata al rango di vera icona del settore. Nel 1999 è stata eletta “Auto sportiva del secolo”. L’appeal della 300 SL deriva soprattutto dalla fluidità delle forme, che esprimono eleganza e forza dinamica, in un insieme proporzionato e davvero seducente. Fra i suoi elementi più fascinosi, spiccano le porte ad ali di gabbiano, la cui originalità ha segnato il destino del modello, conosciuto nel mondo con tale nome di battesimo.

La storia di questa creatura della stella a tre punte si lega a quella dell’importatore americano Maximilian E. Hoffman, che convinse la casa madre a progettare un’auto derivata dal modello da corsa W 194. Il risultato è ancora oggi sbalorditivo. La produzione in serie venne avviata nell’agosto del 1954, al prezzo stratosferico di 29.000 marchi. Un vero tesoro, se si considerano i parametri di riferimento dell’epoca.

Il telaio a traliccio tubolare, leggero e resistente, ospita una carrozzeria in lamiera di acciaio, con cofano motore, coperchio del portabagagli e rivestimenti esterni delle porte in alluminio. Il tutto per un peso in ordine di marcia di 1295 chilogrammi. Quanto basta per consentire alla vettura, spinta da un propulsore da 215 cavalli, di raggiungere fino ai 260 km/h. La produzione si interruppe dopo la nascita di 1400 esemplari. Oggi per accaparrarsi uno di questi gioielli occorre spendere somme a sei cifre. Uno sforzo che ogni buon collezionista deve affrontare.

Bmw M1

Auto sportive tedesche

Spinta da un melodioso 6 cilindri in linea di 3.4 litri con lubrificazione a carter secco, la Bmw M1 è una granturismo a motore centrale che può contare su una riserva energetica di 277 cavalli, abbinata a una coppia massima di 330 Nm a 5000 giri al minuto.

L’unità propulsiva, progettata dal reparto Motorsport, deriva da quella della coupé 635 Csi, ma è resa ancora più performante dall’adozione della distribuzione bialbero a 24 valvole e di uno specifico impianto di alimentazione e accensione. In fase di progetto si era considerata anche l’idea, poi abortita, di un inedito V12.

Lo stile della carrozzeria in vetroresina è bello e avvincente, come è giusto che sia per un’opera di Giugiaro. Difficile non farsi coinvolgere dalle forme filanti e geometriche che trasudano grinta da ogni prospettiva di osservazione. Il telaio a traliccio tubolare con rinforzi in lamiera ricalca quello dei bolidi da corsa e garantisce un’ottima robustezza strutturale.

Le sospensioni a quattro ruote indipendenti con quadrilateri deformabili esaltano la precisione di guida, resa ancora migliore dalla distribuzione delle masse e dal baricentro basso, che limita i fenomeni di rollio e beccheggio. Il differenziale autobloccante al 40% aiuta la dinamica d’esercizio, nel rispetto di un’indole prettamente sportiva.

Congrua la scelta dei freni a disco sulle quattro ruote, chiamati a rallentare l’azione di un’auto il cui peso a vuoto è di 1300 chilogrammi. Sul fronte prestazionale bastano due dati per capire la sua consistenza: 262 km/h di velocità di punta e 5,6 secondi nell’accelerazione da 0 a 100.

L’esordio di questo gioiello Bmw avvenne al Salone di Parigi del 1978, mentre l’assemblaggio ebbe luogo in Italia. Per assolvere la missione si pensò inizialmente alla Lamborghini, ma la crisi finanziaria che aggredì la casa del “Toro” spinse a dirottare il compito verso la Italdesign di Moncalieri, dove lo chassis veniva unito alla carrozzeria proveniente da un’azienda specializzata di Modena.

Le scocche migravano poi alla Baur di Stoccarda, per essere completate ed equipaggiate con gli organi meccanici. Gli esemplari prodotti furono 456, cinquantasei dei quali in versione da gara.

Porsche Carrera GT

Auto sportive tedesche

Anche se ormai è fuori listino, le sue note qualitative ne fanno un prodotto ancora oggi molto appetibile per i cultori del genere. La Carrera GT è stata prodotta dal 2003 al 2006. Si tratta di una roadster a propulsore centrale ad alte prestazioni, spinta da un V10 di 5.7 litri inizialmente destinato a un prototipo LMP1 per la 24 Ore di Le Mans.

Il cuore, disposto in posizione centrale longitudinale, eroga 612 cavalli di potenza, assicurando prestazioni di altissimo livello, unite a un rombo di timbro fortemente agonistico.

Cito solo due dati, per avere un’idea: 330 km/h di velocità di punta, accelerazione da 0 a 200 km/h in 9,9 secondi. Ottimo l’handling, anche se la guida è per esperti.

I cultori della Porsche adorano questo modello e farebbero pazzie per assicurarsene un esemplare. I prezzi sono per pochi eletti, volando su cifre nell’ordine dei 300 mila euro, che ne fanno un giocattolo per pochi paperoni, anche da usato.

In cambio della spesa, però, gli acquirenti potranno arricchire il loro garage con una creatura di riferimento nella storia moderna della casa tedesca, che gode di grande ammirazione su scala mondiale.

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ultimo aggiornamento: 08-05-2014