La violenza contro le donne non ha un solo volto, quello “eclatante” delle botte, degli stupri, dei femminicidi. Ci sono donne che i lividi non li portano sulla pelle, che non sono costrette a nascondere ferite ed ecchimosi sotto spessi strati di trucco, che non devono inventare scuse strampalate per giustificare un braccio rotto, una spalla slogata, un occhio nero.

Ci sono donne, e sono tantissime, che subiscono forme di abusi domestici dai propri partner molto più sofisticati e subdoli, abusi di cui nessuno parla perché spiegarli non è facile, ed essere credute lo è ancora di meno.

A queste donne accade di essere sabotate sul lavoro, di essere private dell’autonomia economica, di essere di fatto, isolate e messe con le spalle al muro, costrette a dipendere dal proprio partner-aguzzino per ogni cosa, costrette a restare, quando vorrebbero fuggire. Perché allora la propria casa diventa un carcere, il matrimonio un luogo di disamore, in cui a regnare non sono armonia e calore, ma crudeltà, paura, umiliazione, solitudine.

Spiegare le violenze domestiche sulle donne di cui nessuno parla è diventato lo scopo di vita di Ludy Green, scrittrice ed esperta di abusi sulle donne, la quale nel 2001 ha fondato un’agenzia di collocamento per donne finite in stato di indigenza dopo aver trovato la forza di lasciare il partner-padrone. Grazie a questa agenzia Ludy ha aiutato centinaia di donne a rifarsi una vita.

Oggi la Green approfondisce la questione in un libro, nel quale sono elencate tutte le forme con cui la violenza domestica “invisibile” si declina, in modo che chi ne sia vittima le riconosca e sappia come potersene liberare una volta per tutte. Il libro si intitola “Ending domestic violence captivity: a guide to economic freedom” (Interrompere la prigionia della violenza domestica: una guida alla libertà economcia), non ancora disponibile in italiano, e noi vi anticipiamo alcuni punti fondamentali. Ecco le 4 “tattiche” di isolamento economico che i partner violenti usano per rendere prigioniere e sottomesse le loro donne:

  1. Sabotare l’indipendenza. Molti uomini riescono ad isolare le loro mogli impedendo loro di lavorare e persino di guidare la macchina. Spesso “l’inizio” è soft: “Cara, non hai bisogno di lavorare, io guadagno abbastanza”, oppure: “Cara, a che ti serve la macchia, ti porto io ovunque tu voglia”. Ma naturalmente non è mai così, in realtà è solo il primo passo verso la prigionia domestica
  2. Controllo delle finanze. In questo caso i mariti non permettono alle loro donne di avere un proprio conto separato, o impediscono loro di accedere a quello comune. Senza carte di credito, bancomat e contanti, le donne diventano del tutto dipendenti dal loro uomo e dalle poche risorse quotidiane che elargisce loro per le spese correnti
  3. Furti e debiti a danno della partner. Ci sono uomini che in strategicamente e regolarmente prelevano denaro dai conti delle loro compagne mandandoli “in rosso”, e provocando buchi e debiti nelle loro finanze in modo che siano sempre a corto di risorse
  4. Bugie sulle condizioni economiche della famiglia. Non sono rari gli uomini che mentono sullo stato economico della famiglia (sapendo che la partner non ha la possibilità di controllare i conti), sì da generare ansia e timori del tutto ingiustificati sul futuro e esercitare un controllo psicologico

Se vi ci ritrovate, se pensate di essere vittime di abusi domestici di questo tipo da parte dei vostri partner, non rassegnatevi ma parlate dei vostri sospetti a qualcuno di cui vi fidate che possa chiedere aiuto per voi.

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Foto| via Pinterest
Fonte |Huffingtonpost.com

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ultimo aggiornamento: 29-10-2014