
Gli slip da donna sotto accusa - pinkblog.it
Con l’aumento della consapevolezza dei consumatori riguardo ai rischi per la salute legati a prodotti quotidiani, è probabile che il dibattito continui.
Un recente test condotto dal magazine svizzero K-Tipp ha sollevato preoccupazioni riguardo alla presenza di sostanze chimiche pericolose negli slip da donna.
Tra i marchi analizzati, figurano nomi noti come Intimissimi, H&M, Triumph, Calvin Klein e Victoria’s Secret. Dato il contesto delicato in cui questi indumenti vengono indossati, la questione è di particolare rilevanza.
I contaminanti trovati nelle mutandine
Il test ha esaminato un campione di 16 mutandine, rivelando che ben 13 di esse contenevano bisfenoli, composti chimici noti per la loro capacità di interferire con il sistema endocrino umano. Tra i bisfenoli identificati ci sono il Bisfenolo A (BPA), il Bisfenolo S (BPS) e il Bisfenolo F, tutti attivi a concentrazioni molto basse. Queste sostanze possono facilmente entrare nel flusso sanguigno attraverso la pelle, specialmente in condizioni di calore e umidità, come quelle che si possono verificare indossando slip attillati.
I materiali sintetici comunemente utilizzati, come poliestere, poliammide ed elastan, non solo favoriscono il rilascio di queste tossine, ma aumentano anche l’assorbimento cutaneo. I risultati del test sono allarmanti: le mutandine di seta rosa di Intimissimi hanno mostrato una concentrazione di 0,24 mg/kg di BPA, mentre le slip “Crazy Stupid Love” di Triumph hanno raggiunto un incredibile 640 mg/kg di BPS, un livello che supera di gran lunga le soglie di sicurezza.
La replica delle aziende
Dopo la pubblicazione del rapporto, le aziende coinvolte hanno cercato di difendersi. Intimissimi ha dichiarato che prenderà “molto seriamente” i risultati e si impegnerà a migliorare la sicurezza dei suoi prodotti. Triumph, pur affermando che i suoi prodotti sono certificati Oeko-Tex, ha riconosciuto che questa certificazione non garantisce l’assenza di bisfenoli. H&M ha invece dichiarato che i suoi prodotti rispettano le normative vigenti, ma che verranno rivisti in seguito a questi risultati preoccupanti.

Un ulteriore punto critico emerso dallo studio riguarda l’efficacia del lavaggio. Precedenti test hanno dimostrato che il lavaggio delle mutandine non elimina necessariamente i bisfenoli, mantenendo quindi il rischio per la salute anche dopo ripetuti lavaggi. Questo è particolarmente allarmante, poiché suggerisce che il problema non è facilmente risolvibile con semplici pratiche di igiene.
Come è stato condotto il test
Il test di K-Tipp ha utilizzato metodi analitici avanzati per identificare la presenza di sostanze tossiche nelle mutandine. Sono state ricercate specificamente le seguenti sostanze chimiche:
- Bisfenoli (A, S, F): composti utilizzati nell’industria tessile per migliorare le proprietà dei tessuti, noti per i loro effetti dannosi sulla salute umana e sull’ambiente.
- Etossilati di nonilfenolo (NPEO) e ottilfenolo (OPEO): utilizzati come detergenti industriali, classificati come “sostanze estremamente preoccupanti” dall’Unione Europea a causa della loro tossicità.
I risultati hanno mostrato che solo due dei 16 modelli testati erano privi di sostanze chimiche nocive, evidenziando un problema sistemico nel settore della lingerie.
Le implicazioni di questi risultati sono significative. La presenza di bisfenoli e detergenti tossici nelle mutandine non solo rappresenta un rischio diretto per le consumatrici, ma solleva anche interrogativi più ampi sul controllo della qualità e sulla trasparenza nelle pratiche di produzione. Mentre le aziende promettono di affrontare la questione, la fiducia dei consumatori potrebbe essere compromessa, portando a una maggiore richiesta di prodotti più sicuri e sostenibili.
Dunque, la questione non si limita alla salute individuale, ma si estende a considerazioni più ampie riguardanti la responsabilità delle aziende e la necessità di una maggiore vigilanza normativa nel settore tessile.