Ferrari granturismo da sogno


Come riporta il sito de “Il Sole 24 Ore”, il presidente della Fiat si è espresso così sul tema: “Non abbiamo nessuna intenzione di quotare Ferrari in borsa separatamente dalla holding“.

Una scelta saggia: i valori del mito vanno custoditi, con una programmazione a medio-lungo termine, che mal si coniuga con la fretta dei dividendi tipica del mercato borsistico. Affidare la Ferrari agli umori degli investitori significherebbe vincolare le scelte alla ricerca del massimo profitto immediato. Questo potrebbe spingere a volumi produttivi esagerati e a formule lontane dallo spirito nobile della tradizione. Meglio allora evitare un rischio del genere che, dal mio punto di vista, ridurrebbe a merce finanziaria una storia brillante che fa onore all’Italia.

Giusto, a questo punto, spendere due parole sui modelli che compongono la produzione attuale del “cavallino rampante”, fatta di straordinarie opere della passione e dell’ingegno.

Partiamo dalla California, spinta da un corposo 8 cilindri da 4.3 litri, con albero piatto e iniezione diretta, disposto in posizione anteriore-centrale. Mai un motore di tale frazionamento aveva occupato lo spazio dietro la mascherina di un modello di Maranello. Questa creatura, attenta al comfort e alla fruibilità, esprime un livello prestazionale degno della gloriosa ascendenza. Anche il piacere di guida è nel solco della tradizione.

La caratteristica più appariscente, in uno stile orientato all’esplorazione, è il tetto rigido ripiegabile, che concorre alla versatilità d’uso. Su tale obiettivo si sono focalizzati gli sforzi degli ingegneri, per confezionare una granturismo lussuosa e confortevole, ma sempre aggressiva e tagliente.

Più sportiva la 458 Italia, che ha rimpiazzato la F430 proponendosi in forma innovativa da ogni punto di vista: gruppo motopropulsore, design, aerodinamica, handling, strumentazione e interfaccia uomo-macchina, solo per citare alcuni aspetti. Guardandola si riceve una tempesta emotiva di impagabile coinvolgimento.

Un capolavoro? Certo. Un mostro di efficienza? Anche. Ma ci si innamora pure del piglio felino del corpo, che unisce stile, eleganza, grinta e funzionalità. La classica quadratura del cerchio, con i segni del futuro in un DNA legato alla tradizione. Scorrendo i lineamenti si percepiscono gli attenti studi che ne hanno influenzato la definizione.

Questa berlinetta beneficia dell’esperienza maturata in Formula 1. Il know-how derivato dalle competizioni è presente non solo in virtù di un trasferimento puramente tecnologico, ma anche “sensoriale”, grazie al forte accento posto sul connubio quasi simbiotico tra pilota e vettura. La spinta è assicurata da un nuovo motore da 4499 cmc. Si tratta del primo V8 a iniezione diretta della Casa di Maranello montato in posizione posteriore-centrale. Dotato del tradizionale albero piatto, eroga 570 CV a 9000 giri/minuto. Stessa cavalleria e uguale grinta per la 458 Spider, che aggiunge il piacere delle emozioni a cielo aperto.

Più confortevole la FF, con sistema di trazione integrale brevettato, che riduce del 50% il peso, mantiene una ripartizione ideale delle masse e opera in sinergia con i controlli elettronici di dinamica del veicolo, consentendo prestazioni record su tutti i terreni e nelle varie condizioni operative.

Rivoluzionario anche il look, firmato Pininfarina, che annuncia le radicali innovazioni introdotte dal modello. Le linee ardite permettono una buona abitabilità, in un quadro di comfort mai visto su una granturismo Ferrari. Il carattere estremamente sportivo si abbina alla grande fruibilità, per un pacchetto davvero versatile.

Rispetto alla 612 Scaglietti, che sostituisce, segna un vero cambio di passo, definendo un concetto completamente diverso di granturismo sportiva. E’ un salotto capace di spingersi a velocità pistaiole, regalando emozioni di guida che profumano di Le Mans e di Targa Florio, anche su fondi impegnativi e con poca aderenza.

La F12berlinetta è una granturismo che segna uno straordinario riferimento prestazionale, in un quadro stilistico di alto livello, dove l’armonia delle forme si coniuga all’eccellenza dello studio aerodinamico, curato in modo estremo.

Il motore di 6.3 litri è un’opera d’arte, che si esprime con una melodia sublime. Un 12 cilindri da favola, disposto in posizione anteriore-centrale, che eroga 740 cavalli, facendone la “rossa” più potente di sempre. Di straordinario livello la qualità tecnologica, con uno studio evoluto su tutti i fronti.

Eccezionali le performance. Il tempo sul giro di 1’23” nella pista di Fiorano ne fa una “rossa” di riferimento sul circuito di casa. Numeri di assoluto valore, quindi, uniti al massimo divertimento di guida, grazie ai rapidi inserimenti, all’elevata velocità di percorrenza delle curve e alla drastica riduzione degli spazi di frenata.

Ora, però, il ruolo di regina spetta all’erede della Enzo, che ha fatto il suo debutto in società al Salone dell’Auto di Ginevra con lo strano nome LaFerrari. Questa creatura prosegue la tradizione dei gioielli a tiratura limitata della casa di Maranello, che annovera nella raccolta capolavori come Gto, F40, F50 ed Enzo. L’ultima nata è un sogno di inebriante maestria dialettica, destinato a pochi eletti, con patrimoni da favola. Ma i soldi non bastano. Per averla bisogna essere anche collezionisti Ferrari.

Nella sua meccanica di alta classe si condensa la migliore tradizione del mito automobilistico italiano. E’ una vettura avveniristica e di frontiera, scultorea e bilanciata. Appartiene alla stirpe delle “rosse” più affascinanti di tutti i tempi. Una superba opera d’arte, con una suggestiva armonia di forme. Somiglia ad una Sport pronta a scendere in pista a Le Mans, ma è omologata per l’uso stradale. Volendo, può essere usata in modo comune, perché non teme neppure il traffico, anche se altri sono gli ambienti preferiti.

La linea della carrozzeria lascia estasiati, immersi nell’incanto delle magiche e sinuose alchimie dialettiche, il cui dipanarsi inebria i sensi degli appassionati. Questa sportiva è un’emozione, una confluenza di velocità, di tecniche, di stile e di melodie, che si fondono in un’eccitante miscela, la cui composizione effonde le rime di una poesia celestiale.

Il muso, basso e tagliente, trasmette la grinta dei cromosomi, mentre la coda, larga e sinuosa, esprime il romanticismo della sua forza dinamica. Anche il resto del corpo offre i suoi muscoli con grazia divina. E’ un capolavoro assoluto, perfetto e proporzionato negli aggressivi volumi, frutto di un lessico di aulica specie. Affilata come un coltello, sfoggia un magnetismo stilistico al quale non è difficile abbandonarsi. I poderosi parafanghi si legano idealmente alle forme plastiche e prorompenti della mitica 330 P4.

Massima sintesi del know-how acquisito in Formula 1 e nella realizzazione delle vetture stradali, LaFerrari rappresenta il più ambizioso progetto della Casa di Maranello per ridefinire i limiti della tecnologia automobilistica. Il risultato è una vettura dalle prestazioni estreme, che sfrutta le soluzioni tecniche più evolute.

Con lei i sistemi ibridi debuttano nella produzione del “cavallino rampante”: il motore termico V12 da 6.3 litri, con 800 cavalli all’attivo, si combina infatti all’unità elettrica da 120 Kw (163 CV), per una potenza complessiva di 963 cavalli, in un matrimonio che coniuga senza soluzione di continuità i vantaggi delle due propulsioni. L’elevata coppia fornita dal motore elettrico ai bassi giri consente di ottimizzare il motore termico agli alti regimi. Il risultato è una spinta eccezionale e costante, con una coppia di 900 Nm.

Il possente cuore, capace di fornire l’energia per illuminare un piccolo paese, garantisce prestazioni straordinarie, divertimento di guida e un sound inconfondibile. Il transfer tecnologico dalla Formula 1 emerge a tutti i livelli, come nella progettazione e realizzazione del telaio, curate in modo brillante da una squadra di tecnici che si è giovata del contributo di Rory Bryne, noto progettista di monoposto vincenti della scuderia di Maranello.

L’impiego dei materiali compositi è stato gestito in modo encomiabile, usando le combinazioni più raffinate, con un duplice risultato: garantire la massima leggerezza insieme alla più grande robustezza. Sublime l’efficienza dinamica, anche grazie all’aerodinamica attiva, che concilia nel modo migliore due fattori contrapposti, come la scorrevolezza e la deportanza. Miracoli che solo agli uomini della Ferrari potevano riuscire!

Grazie alle logiche che sovrintendono tutti i sistemi, la vettura esprime il limite più elevato attraverso la relazione sinergica delle variabili, gestite in modo superbo dalla complessa elettronica. Tutto questo si traduce in un ritmo operativo di riferimento, che non ha eguali. Per averne un’idea, basta dire che sul circuito di Fiorano il tempo sul giro è stato ridotto di oltre cinque secondi rispetto alla Enzo. Aggiungo a questo che il passaggio da 0 a 300 km/h viene coperto in soli 15 secondi: appena peggio di una F1 e allo stesso livello (e forse meglio) di una LMP1. Cosa dire di più?

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ultimo aggiornamento: 28-06-2013