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Al giorno d’oggi saper leggere le etichette, sia degli alimenti confezionati sia dei prodotti per la cura del corpo, è davvero importante, in quanto ci permette di sapere esattamente cosa acquistiamo e quali effetti aspettarci da un morso o da una spalmata sulla pelle.
Proprio a questo proposito, è bene sapere che le industrie cosmetiche, sebbene siano soggette a rigidi regolamenti per garantire la salubrità delle loro formulazioni, fanno largo uso di ingredienti potenzialmente dannosi, soprattutto per i soggetti sensibili.
Nonostante ci siano infatti test rigorosi per stabilire la sicurezza di un composto e i corretti dosaggi nella lista INCI di un prodotto, va detto che molti ingredienti possono dare problemi nel lungo periodo, spaziando dalle sensibilizzazioni alle irritazioni cutanee e arrivando anche a problematiche più gravi.
Due ingredienti spesso sotto accusa sono il Sodium Laureth Sulfate e il Sodium Lauryl Sulfate, meglio conosciuti rispettivamente come SLES e SLS. Si tratta di tensioattivi usatissimi per saponi, detergenti, bagnoschiuma, shampoo e anche per prodotti per la cura della pelle dei neonati.
La loro funzione è la stessa dei classici tensioattivi che troviamo nei prodotti per la pulizia della casa, dei piatti e del bucato: fare si che le molecole di grasso e sporcizia abbiano meno “presa” sulle superfici, permettendo una pulizia profonda e un risciacquo efficace.
In pratica agiscono come dei veri e propri sgrassatori sulla nostra pelle, eliminando lo strato di sebo e seccando così l’epidermide. L’effetto immediato è che il pH naturale della cute, naturalmente acido per proteggerci dagli attacchi esterni, si alcalinizza e le nostre difese cutanee restano inoffensive fino ad un massimo di 12 ore.
Un uso frequente di cosmetici contenenti SLES ed SLS può poi danneggiare la pelle e in particolare i follicoli, contribuire alla perdita di capelli, sensibilizzare la cute alle allergie e persino causare lesioni corneali se a contatto prolungato con gli occhi.
C’è poi anche una storia più buia a proposito in particolare del Sodium Luryl Sulfate. Alcuni studi avrebbero infatti dimostrato che l’SLS, se combinato con altre sostanze chimiche, come la formaldeide, può generare nitrosammine, composti potenzialmente cancerogeni.
La cosa migliore è quindi evitare o limitare al massimo detergenti che vedano SLS e SLES nella loro lista INCI e preferire invece prodotti con tensioattivi meno aggressivi, magari naturali e biologici.
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