Il giardinaggio in balcone o in casa può dare grandi soddisfazioni e di certo avere un piccolo orto a portata di mano fa sempre piacere. I tuberi poi si prestano alla grande ad una produzione domestica, tanto che possiamo sia coltivare le patate nella paglia, adagiate in contenitori alti, sia farlo in sacco rabboccando il terriccio.
Ma prima di iniziare, è importante sapere quali prodotti scegliere per limitare il rischio di malattie della pianta e quindi rovinare il raccolto. Le patate da seme, o da semina, sono infatti le più indicare per questo tipo di lavoro e le possiamo acquistare certificate direttamente dal produttore. Queste patate sono garantite per essere prive di malattie e per non essere trattate con sostanze chimiche anti germinazione, spesso utilizzate nei negozi di alimentari.
Il metodo di coltivazione nella paglia, che può essere eseguito all’aperto alla fine dell’inverno o al chiuso anche in altri periodi dell’anno, è ottimo per evitare di sporcare e di sporcarci di terra. Una base di terra è tuttavia suggerita, ma ci basterà uno strato minimo, solo per appoggiare le nostre patate.
Coltivare le patate nella paglia
Come prima cosa dotiamoci di un bidone con fori di drenaggio o di un sacco di una certa altezza, perché man mano che i germogli di patata crescono, dovremo aggiungere paglia. In commercio possiamo trovare contenitori in tessuto fatti apposta per questi tipi di coltivazione, dotati di una finestrella laterale trasparente per vedere il grado di maturazione dei tuberi.
Foderiamo il fondo del nostro bidone con uno strato di argilla espansa e con uno di terriccio mescolato con compost. Poi appoggiamo le patate intere o a pezzi, immergendole per metà nella terra, avendo cura in ambo i casi di inserire dei tocchetti o dei tuberi sani che abbiano già dei principi di germogliatura. I germogli dovranno essere rivolti verso l’alto.
A questo punto copriamo con circa 12cm di paglia sfusa, che andrà aggiunta man mano che gli steli crescono, avendo cura di lasciare sempre fuori le foglie. Il terreno andrà irrigato in maniera non eccessiva ma regolare, controllando sempre che non ci siano ristagni idrici, pericolosi per la salute del raccolto. Le marcescenze ci costringerebbero infatti a buttare tutto e ricominciare d’accapo.
Quando raccogliere le patate e le accortezze da avere
In ogni caso, se coltiviamo le patate in sacco o in bidone, limitiamoci a giusto un paio di patate piccole intere o pezzetti germogliati. Questo sia per non sprecare il prodotto in caso non vada a buon fine il primo tentativo di coltivazione, sia per lasciare i giusti spazi vitali per la crescita. In aiuola o comunque in piena terra, manteniamo sempre una certa distanza tra una patata e l’altra.
Dopo qualche tempo, diciamo dai 3 ai 5 mesi, salvo usare varietà precoci, potremo raccogliere le nostre patate. In genere basta attendere che la pianta ingiallisca, segno che i nostri tuberi sono pronti per essere tirati fuori dal loro giaciglio. È importante scegliere una giornata non umida per farlo e il terreno deve essere completamente asciutto.
Inforchiamo un guanto, evitando attrezzi metallici che potrebbero rovinare le patate, poi spostiamo la paglia e tiriamo su i nostri tuberi. A questo punto, in attesa di usarle, teniamole in un luogo buio e non umido della casa per tutelarne la salubrità e mantenerle buone per le nostre ricette di cucina.
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