Una Ferrari 250 GTL del 1963 sarà messa all’asta da Silverstone Auctions al Salon Privé di Londra, con un valore stimato fra 1.75 e 2 milioni di sterline. La manifestazione inglese, in programma dal 4 al 6 settembre, è una vetrina d’arte per chi ama i motori, mettendo in mostra il meglio in fatto di supercar e gioielli classici a quattro ruote.

Si spazia dagli esemplari più recenti a quelli storici, in una trama speciale che offre un colpo d’occhio strepitoso ai cultori delle opere d’arte dinamiche.

Tra Ferrari, Maserati, Bentley, Koenigsegg, Rolls-Royce, Pagani, Spyker e via dicendo, c’è solo l’imbarazzo della scelta per vivere in modo pieno l’immersione nel fascinoso mondo delle supercar, del presente e del passato. Le emozioni che regalano simili creature sono sempre straordinarie, anche se in pochi possono concedersi il privilegio di metterne una in garage.

Agli altri non resta che sognare, sperando magari che la vita, prima o poi, consegni l’occasione giusta per avere i soldi necessari ad assicurarsi un capolavoro come la Ferrari 250 GTL, che è una delle “rosse” più riuscite di tutti i tempi: un’opera d’arte dell’atelier Pininfarina, autore anche in questo caso di un disegno incantevole.

Muso lungo e tratti flessuosi caratterizzano i suoi nitidi volumi. La linea è influenzata dalla posizione avanzata del motore, che garantisce maggior spazio agli occupanti. Ha il fascino della grande pulizia formale ed è un mirabile esempio di classe stilistica. Porta una ventata di novità nel lessico espressivo delle creature di Maranello.

L’estesa finestratura del padiglione elargisce copiose dosi di luce al raffinato abitacolo. In coda spicca un timido accenno di spoiler, che dona slancio all’insieme. Il prototipo di preserie è dotato di quattro gruppi ottici posteriori, in luogo dei due definitivi. Abbina alla perfezione confort e sportività, toccando le più alte vette nell’interpretazione di questo difficile compromesso.

Il nome di presentazione è 250 GT Berlinetta, ma sarà presto ribattezzata Lusso. La sua costruzione viene affidata a Scaglietti, che la plasma con straordinaria maestria. Sfoggia una fastosa meccanica che profuma intensamente di corse. Il motore anteriore di 3 litri a 12 cilindri, deriva dall’idea di Gioacchino Colombo. Simile a quello della Swb, è alimentato da tre carburatori doppio corpo invertiti. Eroga la potenza di 250 CV a 7500 giri al minuto. La carrozzeria in acciaio, con portiere e cofani in alluminio, grava su un classico telaio tubolare (simile a quello della Gto), che esibisce un passo di 2.40 m. Quattro potenti dischi della Dunlop moderano la foga della vettura, lanciata verso i più alti vertici prestazionali.

Prodotta in 350 esemplari, appartiene alla grande famiglia delle 250, che ha scritto alcune delle più belle pagine dell’enciclopedia storica di casa Ferrari. Una produzione assortita, ricca di modelli entrati nel cuore degli appassionati. La lettera “L” sta per lusso, ma il suo carattere è indubbiamente forte. Ha una doppia anima ed una proiezione in chiave confortevole della precedente Berlinetta a passo corto. Della Swb conserva la misura dell’interasse, nonostante il nuovo telaio.

Alla linea di quest’ultima si richiama il frontale, accurato ma ricco di appeal sportivo. E’ una regina di bellezza, e può sfilare con nonchalance alla Croisette. La nuova nata si dimostra generosa nel regalare emozioni e piacevolezza di guida ai fortunati proprietari, deliziati da un eccellente handling. Anche il rapporto peso-potenza appare favorevole, contribuendo alla sua natura graffiante. Viene presentata al Salone dell’Auto di Parigi del 1962, in una cornice espositiva ricca di charme. E’ un modello di grande pregio che, a dispetto dell’indole turistica, si trova a suo agio nei percorsi agonistici.

Non sono rari i casi di piloti che raggiungono il campo di gara con la GTL, dopo aver percorso lunghi tratti di trasferimento, coccolati dal lusso del raffinato abitacolo. La “scultura meccanica” arriva tredicesima alla Targa Florio del 1964, con Taormina e Tacci al volante. Guidata da Charly Müller, in coppia con Heini Walter, consegue un dignitoso risultato al Tour de France dello stesso anno. Nel suo curriculum non mancano luminose partecipazioni a sfide minori. Ma il valore aggiunto è la linea, che la rende protagonista delle passerelle e dei concorsi di eleganza più importanti, che vince ripetutamente. Grazie ad essa la romantica poesia Ferrari si rinnova ancora una volta.

Via | Telegraph.co.uk

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ultimo aggiornamento: 23-07-2014