Oggi abbiamo scelto per voi 5 Porsche sportive e da gara che farebbero la gioia di ogni collezionista pronto ad arricchire il suo garage di lusso con modelli particolari e preziosi, del presente e del passato, nati nel solco di un comune filo conduttore: la filosofia della casa tedesca. Seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta.

918 Spyder

Quest’auto sportiva in tiratura limitata ha un cambio a doppia frizione PDK, che consente passaggi di marcia fulminei.

Nella cabina di comando la gestione delle diverse funzioni avviene mediante uno schermo touch-screen, come nei telefonini di ultima generazione. Ricordiamo che la 918 Spyder monta un potente V8 affiancato da tre unità elettriche, per una dotazione energetica di altissimo livello: 887 cavalli. Pur con tanta carica in corpo, in condizioni ideali libera appena 70 g/km di CO2.

I bassi livelli di emissione si coniugano alla sportività e al carattere delle opere di Zuffenhausen. La vettura è una scheggia in accelerazione, con passaggio da 0 a 100 Km/h in appena 2″8. Quattro le modalità operative: E-Drive, Hybrid, Sport Hybrid e Race Hybrid. La più ecologica è la prima. I consumi si attestano fra i 3,0 e i 3,3 l/100 km.

Secondo gli uomini della Porsche, la 918 Spyder assume un ruolo paragonabile a quello della 911, che debuttò all’IAA mezzo secolo fa. Questo anniversario è stato celebrato dalla casa tedesca con la presentazione del modello speciale in edizione limitata “50 Anni 911”. La vettura si basa sull’attuale 911 Carrera S, che unisce gli elementi tradizionali della 911 alla tecnica più avanzata.

Carrera GT

E’ uno dei modelli più apprezzati dell’era moderna. Questo ne fa un oggetto per il collezionismo di lusso. Anche se ormai è fuori listino, le sue note qualitative ne fanno un prodotto ancora oggi molto appetibile per i cultori del genere.

La Carrera GT è stata prodotta dal 2003 al 2006. Si tratta di una roadster a propulsore centrale ad alte prestazioni, spinta da un V10 di 5.7 litri inizialmente destinato a un prototipo LMP1 per la 24 Ore di Le Mans.

Il cuore, disposto in posizione centrale longitudinale, eroga 612 cavalli di potenza, assicurando prestazioni di altissimo livello, unite a un rombo di timbro fortemente agonistico.

Cito solo due dati, per avere un’idea: 330 km/h di velocità di punta, accelerazione da 0 a 200 km/h in 9,9 secondi. Ottimo l’handling, anche se la guida è per esperti.

I cultori della Porsche adorano questo modello e farebbero pazzie per assicurarsene un esemplare. I prezzi sono per pochi eletti, volando su cifre nell’ordine dei 300 mila euro, che ne fanno un giocattolo per pochi paperoni, anche da usato.

In cambio della spesa, però, gli acquirenti potranno arricchire il loro garage con una creatura di riferimento nella storia moderna della casa tedesca, che gode di grande ammirazione su scala mondiale.

959

La Porsche 959 è una delle auto più incisive di tutti i tempi. Dal 1986 al 1988 sono stati costruiti solo 292 esemplari di questa sportiva, presentata nel 1983 come studio del “gruppo B”. Per i cultori della Casa tedesca è una vera icona, che ha segnato grandi processi di innovazione.

La massiccia dose di elettronica in essa presente, per parecchi anni, non ha trovato riscontro nei modelli di produzione successiva. Un vero concentrato di tecnologie, spinto da un motore boxer da 450 CV, sovralimentato con due turbo, per una velocità di punta abbondantemente superiore ai 300 km/h. In una versione speciale realizzata dal reparto corse la 959 vinse anche la “Parigi Dakar”. Fu quella l’ennesima dimostrazione della sua versatilità. Oggi non può mancare nel garage di ogni collezionista Porsche che si rispetti. Per averla occorre staccare un assegno superiore ai 180 mila euro. Neppure troppi per un pezzo di storia.

917

Il progetto prese le mosse nel giugno del 1968, quando la Federazione Automobilistica Internazinale deliberò una nuova classe di “sportive omologate”, con cilindrata fino a cinquemila e peso minimo di 800 chilogrammi.

I 25 esemplari richiesti, nati sotto l’occhio vigile di Ferdinand Piëch, furono completati nella primavera del 1969, quando la nuova belva iniziò a conoscere il confronto agonistico. Dopo alcune gare concluse prima della bandiera a scacchi, l’auto vinse con Jo Siffert e Kurt Ahrens la 1000 chilometri dell’Österreichring. Fu l’avvio di un cammino brillante, ben ricordato dagli appassionati di endurance.

Il motore a 12 cilindri aveva inizialmente una cilindrata di 4.5 litri. Raffreddato ad aria, era in grado di erogare 520 cavalli. La carrozzeria, in materiale sintetico e fibra di vetro, trovava ospitalità in un telaio tubolare in alluminio, sul quale si potevano adattare varie silhouette, in base alle esigenze dei diversi tracciati. Il modello a coda corta fu progettato per i percorsi sinuosi, mentre per le piste veloci la parte terminale assumeva una configurazione longilinea. Successivamente fecero la loro comparsa le versioni Spyder, utilizzate nelle prove CanAm e Interserie. Il palmares è di grandissimo pregio.

908/3

Questa “belva” è nata per vincere, specie nei percorsi tortuosi come quello della Targa Florio e del Nurburgring. Il suo otto cilindri raffreddato ad aria, montato in posizione centrale, eroga una potenza superiore ai 360 cavalli. Tanta energia viene liberata da un cuore di 3 litri, chiamato a spingere un peso molto contenuto.

Anche le dimensioni compatte concorrono al suo handling, rendendola agile come una bicicletta. Con questo appellativo molti appassionati la ricordano.

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ultimo aggiornamento: 02-05-2014