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La sinfonia perfetta di maison Valentino firmata Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli sfila in una passerella alle sfilate Parigi Alta Moda gennaio 2014 più leggedra che mai. Siamo davanti ad un duo di fuoriclasse, che hanno portato a Parigi tutto un distillato di classe e raffinatezza assoluto. E una lezione di maestria e stile, stavolta occorre dirlo, per i cugini francesi.
E se quindi da Gaultier abbiamo visto un lusso ostentato e a tratti chiassoso, Chiuri e Piccioli hanno aperto la sfilata haute couture, con una creazione evanescente, leggera come se non fosse costata ore e notti di duro lavoro di sartoria. Un etereo abito in tulle dalla gonna decorata in grafia pop, con una sezione della partitura de La Traviata.
Apparente (e solo apparente) semplicità per maison Valentino che propone in pedana uno dopo l’altro abiti da giorno e da sera, di un’essenzialità disarmante, dietro cui però, si cela un lavoro di rifinizione sartoriale di altissima gamma. Un estro delicato, un inno alla femminilità più sofisticata e sussurrata. Anche le nuance scelte per questa collezione di alta moda per la primavera-estate 2014, sono parte della tavolozza più naturale, sobria e ricercata.
Tra i capi cardine della collezione couture di Valentino primavera-estate 2014, un vestito da sera fiabesco, ispirato ad una tela di Lucas Cranach di Adamo ed Eva prima della caduta, con un corpetto dallo stile ricercato e da mille e una notte. Ma non solo. Difficile scegliere tra le opere d’arte couture di questa coppia tutta italiana.
In passerella abbiamo ritrovato tutta la meraviglia Valentino, silhouette impeccabili, giochi di luce irresistibili, richiami molto graditi alla grande tradizione dell’Opera italiana. Le parole abbondano, le immagini la dicono tutta. Come non innamorarsi follemente di questa collezione?
Abbiamo scelto come riferimento l’immenso repertorio delle eroine dell’opera per creare una mise en scene immaginaria del complicato universo femminile. Ci piace l’idea di vestire la differenza, l’unicità e anche la passione. Alcuni abiti hanno richiesto 2.200 ore di lavorazione e c’è una gonna ricamata come un arazzo che ha impiegato più di 50 toni di colore di filo diversi. La cosa più radicale, la cosa più rivoluzionaria del momento è il fattore umano: investire sulla sartoria non è solo un investimento sulla couture, settore che comunque sta andando benissimo. Resta per noi una lezione sull’artigianato, come simbolo e come valore, in un momento dominato dalle relazioni virtuali e da internet.
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