Nella giornata contro la violenza sulle donne, Luciana Littizzetto, sul palco del Festival di Sanremo 2013, ha tenuto un monologo dedicato all’amore, prima di cimentarsi con il Dance Flash Mob dedicato proprio alla lotta contro ogni forma di abuso sulle donne. Un discorso che oggi fa molto parlare di sé, per l’importanza delle sue parole.

Ovviamente Luciana Littizzetto nel suo monologo non risparmia critiche e battute al vetriolo, sottolineando come i maschietti siano restii a dire le magiche parole “Ti amo”, mentre le donne, nonostante tutto, riescono sempre a trovare il modo per dimostrare il proprio affetto. Un discorso tutto da ascoltare, con il video qui sopra, e tutto da leggere, con il testo integrale che vi propongo qui sotto!

Gli uomini fanno fatica a dire Ti amo. Lo dicono solo in caso di estrema necessità, tipo quando proprio non ne possono fare a meno, sennò dicono dei surrogati. Dei derivati del ti amo. Che fanno danni come i derivati delle banche. Dite delle cose tipo: “Sei molto importante per me”. E cosa vuol dire molto importante? Anche non pestare una cacca di cane prima di portare le scarpe al calzolaio è molto importante, ma non è mica la stessa cosa che dire Ti amo.

Dite cose tipo: Mi fai stare bene. Ma mi fai stare bene lascialo dire a Biagio Antonacci… Dillo al tuo medico Shiatzu quando ti schiaccia i piedi per metterti a posto la cervicale. Oppure sprecate quelle parole tipo tesoro, meraviglia, splendore… Ma splendore cosa? Guardami. Splendo? Non sono mica una plafoniera?

Ma dite Ti amo, pezzi di cretini! Se la prima volta vi vergognate mettete la testa nel sacchetto del pane?! Dite “ti amo” mentre vi lavate i denti? Sglrlb? Va bene anche quello. Poi al limite cambiate idea. Dire una volta ti amo non crea né impotenza né assuefazione.

Poi il bello è che non capite nulla anche quando siamo noi a dirvi parole d’amore… Se vi diciamo cose romantiche tipo: “Amore, guarda che luna”, voi rispondete: “Minchia l’una? Pensavo fossero le undici. Andiamo che mi è scaduto il parcheggio”.

Ma noi vi amiamo lo stesso. Cosi come siete… Vi amiamo anche quando vi vantate di aver scritto il vostro nome facendo pipì sulla neve.

Amiamo i vostri piedi anche se sono armi di distruzione di massa.

Vi amiamo anche se di notte russate che ci sembra di dormire ai piedi dello Stromboli.

Vi amiamo anche se per trovarvi per casa basta seguire le tracce come per gli animali selvatici, giacca, camicia, canotta, tutto lasciato per terra finché sul divano non trovi un tizio con la felpa della Sampdoria che gioca alla Play Station.

Vi amiamo quando per fare un caffè ne spargete un quarto sul tappetino e due quarti sul gas. E poi dite che viene leggero.

Vi amiamo quando avvitate la caffettiera fino allo spasimo che per aprirla dobbiamo chiamare i pompieri, e poi non chiudete i barattoli, appoggiate solo il coperchio sopra cosi appena lo prendi sbadabam cade tutto.

Vi amiamo quando sparecchiate la tavola con la tecnica del discobolo, mettendo in frigo la pentola della minestra che poggia su due mandarini.

Vi amiamo quando a Natale scavate il panettone con le dita,

quando per farvi un caffè sporcate la cucina che neanche 10 Benedette Parodi…

e pure quando per farvi la doccia allagate il bagno e lasciate la malloppa di peli nello scarico, che sembra di stare insieme a un setter irlandese!

Vi amiamo quando diciamo: “Voglio un figlio da te” e voi rispondete “Magari un cane” e noi vorremmo abbandonare VOI in autostrada, non il cane.

Vi amiamo quando andate a lavare la macchina e ci chiudete dentro coi finestrini aperti.

Vi amiamo quando fate quelle battute tipo: “Prima di fidanzarti guarda la madre, perché la figlia diventerà così”. Voi no. Voi spesso siete pirla fin da subito.

Vi amiamo quando mettete nella lavastoviglie i coltelli di punta, che quando noi la svuotiamo ci scarnifichiamo, e quando invece di sostituire il rotolo finito della carta igienica usate il tubetto di cartone grigio come cannocchiale.

E’ per amore vostro che facciamo finta di addormentarci abbracciati anche se dormire sul vostro omero ci dà un po’ la sensazione di appoggiare la mandibola su un ramo secco di castagno.

E vi amiamo anche se considerate come dogma assoluto che l’arrosto della mamma è più buono di quello che facciamo noi. Il creatore non ha detto: “E la suocera fece l’arrosto, fatelo sempre così in memoria di me”.

Insomma, noi vi amiamo anche quando date il peggio, vi amiamo nella buona ma soprattutto nella schifosa sorte. Vi amiamo perché amiamo l’amore che è un apostrofo rosa tra le parole: E’ irrecuperabile, ma quasi quasi me lo tengo.

Perché San Valentino è la festa dell’amore, declinato in tutte le sue forme. L’amore delle persone che si amano. Anche delle donne che amano le donne e degli uomini che amano gli uomini. MA CHE CI INTERESSA QUELLO CHE FANNO A LETTO… L’IMPORTANTE E’ CHE LE PERSONE SI VOGLIANO BENE, SOLO QUESTO CONTA…

Pensa che bello sarebbe vivere in un paese dove tutti i diritti fossero riconosciuti. Ma non solo i diritti dei soldi. Quelli dell’anima. Quelli che mi dicono: “Posso vegliare la persona che ho amato per anni in un letto d’ospedale, senza nessuno che mi cacci via perché non siamo parenti”.

E poi vorremmo un San Valentino dove nessun uomo per farci i complimenti dicesse che siamo donne con le palle. Dirci che siamo donne con le palle non è un complimento. Non le vogliamo. Abbiamo già le tette. Tra l’altro sono due e sferiche anche quelle.

Vogliamo solo rispetto. In Italia in media ogni due o tre giorni un uomo uccide una donna, compagna, figlia, amante, sorella, ex.

Magari in famiglia. Perché non è che la famiglia sia sempre, per forza, quel luogo magico in cui tutto è amore.

La uccide perché la considera una sua proprietà. Perché non concepisce che una donna appartenga a se stessa, sia libera di vivere come vuole lei e persino di innamorarsi di un altro.. E noi che siamo ingenue spesso scambiamo tutto per amore, ma l’amore con la violenza e le botte non c’entrano un tubo. L’amore, con gli schiaffi e i pugni c’entra come la libertà con la prigione.

Noi a Torino, che risentiamo della nobiltà reale, diciamo che è come passare dal risotto alla merda.

Un uomo che ci mena non ci ama. Mettiamocelo in testa. Salviamolo nell’hard disk. Vogliamo credere che ci ami? Bene. Allora ci ama MALE. Non è questo l’amore. Un uomo che ci picchia è uno stronzo. Sempre. E dobbiamo capirlo subito. Al primo schiaffo. Perché tanto arriverà anche il secondo, e poi un terzo e un quarto. L’amore rende felici e riempie il cuore, non rompe costole e non lascia lividi sulla faccia… Pensiamo mica di avere sette vite come i gatti? No. Ne abbiamo una sola. Non buttiamola via.

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ultimo aggiornamento: 15-02-2013