Tutti sappiamo cosa sono i tarocchi. O meglio, pensiamo di saperlo. Di fatto è chiaro che sono un mazzo di carte da gioco, composto da 78 carte. La sua origine sembra risalire alla metà del XV. E, udite udite: sembra siano nati nell’Italia settentrionale alla Corte di Filippo Visconti, per poi diffondersi in tutta Europa, diventando particolarmente popolari tra il XVII e il XVIII secolo. Altre leggende fanno nascere i tarocchi in Asia, con riferimenti a India, Cina o Arabia. E c’è addirittura chi va ancora più indietro, al tempo degli Antichi Egizi.
Non è un caso se il successo è iniziato ad arrivare nel Medioevo proseguendo poi nei secoli successivi. Sono queste le epoche in cui allegorie e simboli tornano sempre utili a spiegare tutto quello che accade. Gli Arcani, le figure presenti nelle carte, servono a interpretare tramite simboli, immagini, ma anche colori, numeri e nomi il presente, il passato e il futuro. E a raccontare la realtà.
I tarocchi di fatto rappresentano un linguaggio che solo gli esperti possono però comprendere e interpretare. Senza togliere tutto quell’alone di magia e di mistero che li circonda, le carte sono dotate di un codice linguistico che deve essere studiato in maniera profonda. Non ci si può assolutamente improvvisare.
A cosa servono i tarocchi
La cartomanzia è un’arte divinatoria che tramite delle carte permette di conoscere tutto quello che c’è da sapere su una persona. Perché è già avvenuto o perché dovrà avvenire. La lettura dei tarocchi serve a rispondere a domande che l’essere umano si pone.
La lettura dei tarocchi è collegata all’arte di prevedere il futuro, ma non è l’unico utilizzo che si fa degli Arcani. In realtà dietro l’interpretazione di queste carte c’è molto di più: c’è il simbolismo di ogni rappresentazione grafica e pittorica, ma anche cenni di psicologia e semiologia. Chi legge le carte deve essere dotato di un po’ di intuizione e sensibilità per mettersi nei panni di chi si ha di fronte e, facendosi aiutare da quello che ha di fronte sul tavolo, cercare di comprendere andando oltre il razionale per cogliere la semantica del mondo che ci circonda.
A differenza di quanto si creda, i tarocchi non servono a predire il futuro. Ma fanno molto di più. Consentono di indagare ogni aspetto della vita, analizzando anche personalità e comportamenti attuali e passati, per delineare una possibile interpretazione di quello che il destino potrebbe riservare. È più un’opera di introspezione, per iniziare a lavorare sulla propria personalità, le proprie aspettative, il proprio carattere, seguendo i consigli che le carte e la loro interpretazione danno.
Lo psicanalista Carl Gustav Jung ne dà una definizione che ancora oggi è calzante:
Cit. Immagini psicologiche, simboli con cui si gioca, come l’inconscio sembra giocare con i suoi contenuti. Esse si combinano in certi modi, e le differenti combinazioni corrispondono al gioioso sviluppo degli eventi nella storia dell’umanità.
Significato dei tarocchi
I tarocchi sono formati da 78 carte: 22 Arcani Maggiori, che si chiamano anche Trionfi, e 56 Arcani Minori. I primi sono senza seme, i secondi hanno i semi italiani (spade, bastoni, coppe e denari). Gli Arcani Maggiori sono gli archetipi principali, mentre gli Arcani Minori danno semplicemente informazioni in più. Ogni carta ha dei significati simbolici che non devono mai essere interpretati da soli, ma in rapporto alle carte che precedono e che seguono.
Gli Arcani Maggiori sono:
0 Il Matto
- Il Bagatto (o Mago)
- La Papessa
- L’Imperatrice
- L’Imperatore
- Il Papa
- Gli Amanti
- Il Carro
- La Forza
- L’Eremita
- La Ruota della Fortuna
- La Giustizia
- L’Appeso
- La Morte
- La Temperanza
- Il Diavolo
- La Torre
- La Stella
- La Luna
- Il Sole
- Il Giudizio
- Il Mondo
Ogni carta può assumere diversi significati, in particolare se confrontata con quello che viene prima o dopo. Le carte si leggono nella loro totalità, dopo che la persona interessata le ha pescate dal mazzo. E sfatiamo un mito duro a morire: non esistono nei tarocchi carte positive o carte negative. Tutte aiutano a comprendere e migliorare la propria esistenza. Nel bene o nel male, ma tutte danno una visione di insieme da tenere in considerazione per capire dove si sta andando.
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