Inizi di carriera, la fame, le critiche ma anche il rapporto con Francesco Renga e la bulimia. Ambra Angiolini si racconta a 360°.

Intervistata da 7, magazine del Corriere della Sera, Ambra Angiolini si è raccontata a 360° su diversi argomenti. Spiccano gli inizi di carriere e l’aver affrontato anche molte critiche, spesso arrivate anche in momenti delicati della sua vita privata come durante la separazione da Francesco Renga. Poi, le parole (di cui vi riportiamo uno stralcio) sulla bulimia e il suo impegno per aiutare chi ne soffre.

IL PRIMO BACIO TRA AMBRA E ANDREA BOSCA

Ambra Angiolini: carriera, Renga e bulimia

Ambra Angiolini
Ambra Angiolini

Dopo aver raccontato i suoi inizi di carriera, Ambra ha spiegato come sia riuscita a mettere da parte lavoro e privato: “Da qualche anno metto in atto una scissione: ho capito l’importanza del silenzio quando sembra che parlino di me e invece stanno mettendo in piazza un’idea di me. Così come lo studente bullizzato a scuola non deve credere al motivo per cui viene bullizzato: se dai credito a quella roba perdi di vista te stesso, e a quel punto di te chiunque fa carne da macello”.

Sulle critiche: “Della prima ricordo anche le virgole: ‘La ragazzina esce dalla porta tutta palme e piscina e, con mossa navigata, si siede sulla poltrona come la più risolta delle Lolite’. Io Lolita neanche l’avevo letto. Lì per lì piangi, sei inconsolabile: da piccola è normale. Poi ho recuperato il romanzo di Nabokov e ho detto: ‘Fermi tutti però: qua stanno dicendo un’altra cosa’. E quella cosa non era giusta, non ero io. In quegli attacchi c’era un problema di cultura, ignoranza”,

“Col tempo ho smesso di pensare solo a me stessa: ho cercato di fare delle scelte che smuovessero qualcosa nelle persone. Solo così ho capito che questo lavoro poteva andare avanti, crescere con me. Prima pensavo a difendere me stessa e facevo casino: replicare a una bugia non fa altro che amplificarla”.

Un momento complesso tra lavoro, critiche e privato è arrivato quando si è separata da Francesco Renga: “Durante la separazione da Francesco (Renga, il cantante da cui Ambra ha avuto Jolanda e Leonardo, ndr), un lutto vero, fu soprattutto Michele Placido a offrirmi la chiave: nel suo film Sette minuti ho potuto far vivere la mia rabbia. Sono fiera di quel personaggio, che ha la faccia disperata che avevo in quel periodo: per il nervoso mi venivano continui sfoghi cutanei”.

La bulimia e la voglia di aiutare

“Da piccola vidi un film in cui c’era una ragazza a una festa in cui tutti erano benvestiti e si divertivano. Le veniva una crisi di panico: prendeva a mangiare qualsiasi cosa dal buffet, poi correva in bagno a vomitare tutto. Quella scena mi è entrata in testa e quando ho cominciato a non stare bene l’ho copiata. La bulimia ha reso il mio corpo colpevole di essere diventato diverso rispetto a quello con cui ero diventata famosa. Un giorno in aeroporto vedo una rivista con la mia faccia. Titolo: ‘Ambra scoppia di successo’, e “scoppia” era tra virgolette. Poi vado in autogrill e la signora delle pulizie mi dice: ‘Ma va, mica sei grassa’. Ho capito che gli effetti di questa situazione erano sotto gli occhi di tutti”.

“Alla gente interessava solo che tornassi magra, mentre io stavo facendo i conti con la voragine che avevo dentro. Allora ho chiuso gli occhi: non potevo farmi distrarre da quella roba, non potevo dare retta a loro prima di aver capito cosa mi stesse capitando”.

Ancora sulla bulimia: “È come avere un tumore all’anima. Non c’è una cura immediata, uguale per tutti: è un processo personale che va attraversato fino in fondo. Se ti anestetizzi la malattia diventa te e non te la levi più di dosso. Alle ragazze dico: ‘Cominciate a sfilarvela e a tenervela accanto. Farà un pezzo di strada con voi ma a un certo punto le lascerete la mano e se ne andrà'”.

Ancora sul suo impegno in tal senso: “Le famiglie come reagiscono? Sono tutte disperate e vogliono rendersi utili ma non sanno come. Come i miei mi hanno aiutata? Mia madre mi lasciava bigliettini, Post-it ad altezza vomito. O delle canzoni. Lì per lì mi facevano sentire in colpa, poi è stato importante sentire che non c’era giudizio, che per lei io non ero la mia malattia. Ho cominciato a pensare che la bulimia fosse qualcosa da cui potevo allontanarmi”.

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ultimo aggiornamento: 25-03-2023